giovedì 13 gennaio 2011

Le Modelle

Dorian Leigh
Suzy Parker
Si potrebbe parlare di storia delle modelle che con il loro fascino ed il loro appeal hanno sedotto e hanno catturato tutte le passerelle di tutto il mondo diventando icone della loro epoca rendendo importanti i brand per cui hanno posato, ovviamente sotto la mira dei grandi fotografi come Richard Avedon Helmut Newton.

Si potrebbero elencare alcuni nomi di queste grandi donne che hanno reso essenziale l’immagine di modella: Dorian Leigh 5 matrimoni e vera Holly Golightly degli anni’40; Dovima l’eleganza essenziale degli anni ’50; Sunny Harnett con la sua immagine alla roulette del casinò, poi Lisa Fonssagrives(anni ’40-’50); Suzy Parker la prima modella a guadagnare un alto fatturato; Jean Shrimpton spirito del dopo guerra londinese; 
Twiggy



Twiggy e la sua grande bellezza androgina; Veruschka colei che fece discutere per la sua altezza; Marisa Berenson la donna YSL degli anni ’70, per poi arrivare ai miti degli anni ’80: Jerry Hall, Patti Hansen, Iman,Cindy Crawford, Stephanie Seymour,Linda Evangelista, Naomi Campbell, Nadja Auermann, Amber Valletta. E oggi? E’ un dovere includere le icone dei nostri giorni, della nuova era: Kate Moss, Stella Tennant, Natalia Vadianova, Lily Donaldson.

Naomi Campbell
  

Essere modelle significa indossare una grande responsabilità nei confronti del brand paragonabile ad una concentrazione della bellezza, il loro corpo assume una rete di significati molto vasta a partire dal volto dai gesti dalle posture e dalle dinamiche dello sguardo, qui gioca anche il codice della rappresentazione fotografica quali la luce la messa in quadro che sono chiamati al fianco di rappresentare la modella attraverso la sua espressione e il suo corpo. SI potrebbe pensare che per responsabilità significhi mostrare la tendenza e la provocazione ma la moda non ha solo bisogno di questo respiro, sembra esemplificare in diversi modi tutto il NUOVO che ha da esprimere. DI certo in questo argomento non possono mancare allusioni al grande semiologo francese Ronald Barthes colui che impostò nel 1967 il problema della modella parlando di essa come di un "corpo-struttura" completamente assertivo all’abito, una specie di astrazione della cover girl in versione spettacolarmente empirica, affermò che il corpo della modella non è il corpo di nessuno è una forma pura, egli osservava come essa rappresenti un paradosso perché da un lato deve rappresentare un’istituzione astratta: il vestito, dall’altro è un corpo individuale insomma è una persona che ha un nome una storia ed una casa. Ma il potere della moda è sottile e insinuante se raggiunge cosi in fondo la politica del corpo di quello femminile in special modo. Nell’era 2011 le “mannequin” devono saper indossare, saper sfilare, saper fare incantare e sognare chi le guarda ma soprattutto saper lasciare l’impronta di un vero stile inimitabile, “uno stile costruito”. Ma nel mondo delle modelle c’è un grande problema: l’anorexia.In Italia ci sono circa due milioni di giovani malati di anoressia tra i 12 e i 25 anni. Non passa settimana senza che sulle pagine dei quotidiani non si annoveri un nuovo caso di morte per anoressia.
Di giovani modelle per lo più, portando a additare il mondo della moda e sui irraggiungibili canoni come unici colpevoli. Infatti l’assemblea comunale di Parigi del 2007 si è aggiunta alla lista delle istituzioni che in tutto il mondo rivolgono al sistema moda l’invito a smettere di far sfilare in passerella indossatrici anoressiche, assumendo la posizione politically correct. Le troppo magre, quindi a rischio anoressia, dovranno restare disoccupate. Questa sorta di comitato centrale per la regolamentazione del peso femminile, fortemente voluta da Tony Blair proprio per combattere la piaga dell'anoressia. Poi che le immagini dei rotocalchi e della televisione influiscano sui comportamenti soprattutto dei più giovani, è un dato di fatto. Così modelle come la magrissima Kate Moss, degna erede di Twiggy, la "modella grissino" più celebre degli anni Settanta, diventano subito un'icona da imitare. Ma oggi sono alla ribalta anche modelle con forme più arrotondate, segno di un'inversione di tendenza del fenomeno. E' il caso di Sophie Dahl, figlia dello scrittore inglese Roald, immortalata di recente con un nudo d'autore sulla copertina di "Marie Claire". Parlando di modelle arrotondate si potrebbe nominare Elena Mirò e di conseguenza l’agenzia “Ciao Magre” che ha aperto le selezioni ai primi di Novembre per cercare delle modelle dalla taglia 46 in poi. L'agenzia è nata dall'esigenza della casa di mode Elena Mirò di trovare modelle per la propria linea di abiti.
In effetti sulle passerelle, in genere, cosa vediamo? Solo modelle magrissime, che sono, nella mente degli stilisti, dei veri e propri attaccapanni viventi, quasi delle non persone. Molte ragazze "in carne" hanno partecipato all'evento, come racconta un articolo del Corriere della Sera, convinte di essere belle e capaci di sfilare. Le cose stanno cambiando, e per fortuna. Chi ha seguito le puntate delle ultime edizioni di America's next top model, trasmesse su Sky, ha potuto notare che alcune aspiranti modelle vestivano taglie oltre la 46. E la vincitrice della decima edizione, Whitney Thompson, è una modella oversize. Ma purtroppo non è solo questa la versione del cambiamento, la nota griffe, dedicata alle modelle "in carne", è stata cancellata dal calendario della Milano Moda Donna, in programma dal 22 al 28 settembre 2010 a Milano. Non ci sono state giustificazioni ufficiali ma molti giornalisti e blogger ritengono che il motivo sia il ritorno alle modelle "grissino" e la "messa al bando" delle donne che hanno taglie morbide.

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